sabato 4 ottobre 2014

La negazione dei diritti altrui



Domani "le sentinelle in piedi" (mai vista una sentinella seduta - nda) scendono un'altra volta in piazza, anzi in 100 piazze, per protestare contro i diritti civili dei gay «per poter essere liberi di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro (loro chi: la mamma e il papà o le sentinelle?) hanno il diritto di educare liberamente i loro figli».
Se anziché starsene in piedi le "sentinelle" provassero a sedersi e ci ragionassero un po' su, forse si renderebbero conto dell'infinità di motivi seri per cui manifestare e che farlo contro una questione che non li riguarda da vicino, visto che si tratta di diritti altrui e dell'altrui felicità, fa della loro "protesta" un esempio scellerato perfino per i loro figli a cui dovrebbero insegnare non solo l'educazione ma anche il rispetto per il prossimo e a essere liberi di essere ciò che sono.

Non sono contro le manifestazioni, e ci mancherebbe, ma queste iniziative contro i diritti di qualcun altro mi sembrano pericolose per tutti, oltre a rappresentare un grave insulto al senso di civiltà già piuttosto precario.
Tralasciando di immaginare la cattiva fede (in tutti i sensi) di chi le promuove, credo che chi vi partecipa potrebbe dedicare un po' del suo tempo a guardare dentro di se per comprendere i motivi per i quali a qualcuno dovrebbe essere negato un diritto. La storia non ci ha proprio insegnato nulla?
E a proposito di adozioni, non è forse vero che a essere adottati sono i bambini abbandonati da genitori eterosessuali?
Ecco, questo potrebbe essere lo spunto per una riflessione e per future "veglie" ma potrei suggerirne molti altri come per esempio "Chiesa e pedofilia", "Femminicidio", "Vittime della strada", "Anche se non piove governo ladro..." ecc. ecc.

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